Autocontrollo 2: gratificazione successiva

L’impulso a risolvere ogni piccola magagna : piccola storia di autocontrollo – parte II

Continuiamo con la storia di Claudia che non voleva recuperare i suoi stivaletti rosa…

Poi, dopo qualche minuto d’ insistenze, un momento di silenzio: 30, 40 e forse 60 secondi, credo, e Claudia un po' mugugnando si dirigeva verso gli stivaletti, che da sola qualche minuto prima si era tolta, e se li portava a sé. Si’ lo fece, i genitori a cui aveva chiesto insistentemente di recuperarli si rilassarono, sorrisero tra loro, la mamma Anna si complimentò con Claudia e il babbo entrò in casa per prenderle anche dei nuovi calzini asciutti.

Qualche minuto più tardi, mentre Claudia era persa, sorridente e serena, nelle esplorazioni nel giardino incantato, i genitori mi dissero delle difficoltà a volte a non “sclerare” di fronte ai “No!” o alle richieste insistenti della bambina, o al non agire al posto suo quando ciò che chiede potrebbe realizzarlo da sola senza la sostituzione dell’adulto. Mi parlarono di come certe scene non erano simili a quella a cui avevo assistito io, talvolta perché o non si ha il tempo per attendere che Claudia prenda delle decisioni anche con un po' di malincuore, o altre volte perché loro stessi sentono di voler agire d’impulso: o fare ciò che la bimba vuole o imporsi mostrandosi più autoritari. E proprio facendo cosi’, eliminano la tensione dell’attesa, che sembra infinita, ad aspettare che Claudia faccia le cose più semplici e logiche che le si possa chiedere, senza mettere di mezzo quel continuo “No”.

Però con Anna e Giorgio parlammo della possibilità di farsi i complimenti, sorridendo anche fra loro compiaciuti, per poter assaporare almeno in alcune occasioni la serenità di aver gestito ed ottenuto un ottimo risultato senza essere passati attraverso l’autoritaria imposizione o un sostanziale sostituirsi alla figlia.

L’agire d’impulso quel pomeriggio sarebbe stato al momento gratificante (fine delle lamentele, fine della lieve tensione che queste lamentele mettevano, potersi dire “mi sento io protagonista della soluzione di ogni problema di mia figlia”,..), ma attendere ha permesso di avere probabilmente una gratificazione maggiore: Claudia è più autonoma, ha potuto gestire un po' di frustrazione, “siamo stati capaci di rispettarla per le sue competenze e abilita’”.

Magari è proprio tramite queste modalità, assimilandole anche nel rapporto educativo, che potrà Claudia apprendere a gestire le frustrazioni da grande, provando ora che è possibile posticipare la gratificazione immediata, come d’altro canto han fatto i suoi genitori, non risolvendo immediatamente quella piccola magagna.

Spesso quando si parla di autocontrollo ci si dimentica che è finalizzato al raggiungimento di una gratificazione successiva e di maggiore entità, l’autocontrollo è guidato quindi più da un desiderio, che non dalla paura che impedisce di agire.