Autocontrollo 5: strategie

Come facevano alcuni bambini a mostrare autocontrollo?

Alcune strategie mentali...

Nel test del marshmallow W. Mischel e colleghi hanno osservato che i bambini che riuscivano a manifestare autocontrollo utilizzavano alcuni tipi ricorrenti di strategie, che può essere utile identificare per poterle provare a mettere in atto, quando vogliamo magari tenere un pò di autocontrollo.

Le prime strategie erano quelle di distrazione messe in atto componendo canzoncine, facendo facce buffe o assurde, mettendosi dita nel naso, pulendosi le orecchie, giochicchiando con oggetti presenti, o con le dita di mani e piedi. Inoltre quello che gli sperimentatori trovarono è che: se suggerivano ai bambini, prima di lasciarli, delle idee divertenti, i bambini riuscivano a resistere alla tentazione per più di dieci minuti, pur avendo sotto gli occhi i dolcetti. Distrarsi divertendosi aiuta..

Dalla distrazione all’astrazione. Nelle varie riproposizioni degli esperimenti gli studiosi variarono alcune condizioni e osservarono i bambini sia dando loro indicazioni differenti prima di lasciarli, sia anche sostituendo i marshmallow a volte con le foto. Ciò che emerse fu che i bambini riuscivano a variare i loro tempi d’attesa anche in base alle immagini mentali che si costruivano. Ad esempio posti di fronte alle foto di marshmallow avevano atteso mediamente fino a 18 minuti, tempo simile a cui erano riusciti ad arrivare, quando erano stati messi di fronte ai dolci reali, ma avevano immaginato di essere stati posti di fronte ad una foto. La strategia qui si manifesta proprio considerando l’oggetto del desiderio come un tuttuno avente una consistenza “meno realistica”, un “come se..”, e pensare di aver di fronte a noi un “come se” è meno attivante del pensare di avere di fronte un’ entità esattamente come è. Come è star di fronte ad una persona ed essere convinti di poterci fidare e stare di fronte alla stessa persona e in questo caso poter pensare di poterci fidare?

Caratteristiche ‘calde’ e caratteristiche ‘fredde’ degli stimoli. Sempre variando le condizioni sperimentali degli studi sull’attesa per mangiare il secondo marshmallow, gli sperimentatori hanno rilevato che se i bambini venivano spinti a concentrarsi su caratteristiche ‘fredde’ del premio costoro resistevano il doppio rispetto a quando erano indotti a focalizzarsi su caratteristiche ‘calde’. Le caratteristiche ‘calde’ sono quelle emozionanti, come la consistenza gommosa, il gusto dolce nel caso dei marshmallow, per un tabagista invece potrebbero essere ad esempio la sensazione di inalare del fumo, o l’aroma del tabacco in bocca. Le caratteristiche ‘fredde’ sono quelle che si basano invece su elementi cognitivi, astratti, informativi dello stimolo e ci dicono semplicemente come è fatto un oggetto, senza renderlo allettante. Pensandolo cosi’ a ‘mente fredda’ siamo meno propensi ad afferrarlo, o mangiarlo. Un tabagista per esempio, pensando alla forma della sigaretta (lunghezza, colore...) e non al gusto, potrebbe essere meno allettato ad accendere una sigaretta.

Come si vede questi tipi di strategie si basano sul distanziamento dall’oggetto stimolo attraverso diversi tipi di rappresentazioni mentali: in un primo livello ci si distrae, quindi è come se non ponessimo attenzione (un metaforico chiudere gli occhi), nel secondo caso ci si allontana rispetto all’oggetto considerandolo come “non-vero”, “non reale”, un “far finta”, un “come se”. Infine con la terza strategia ci si focalizza nella rappresentazione mentale nelle sue caratteristiche “fredde”, ovvero proprio quelle per cui non abbiamo esperienza di piacevolezza con quell’oggetto, o quanto meno un piacere soggettivo meno intenso: il pensiero di “quel parallelepipedo di marshmallow” ci attrae molto di meno che il pensiero de “il dolce marshmallow”!