Autocontrollo 4: osservazioni

Marschmallow, correlazioni, autocontrollo e ...

Nel precedente articolo ho scritto del test del marshmallow di Walter Mischel e di come attraverso questo esperimento si potessero osservare delle abilità di autocontrollo nei bambini. I bambini più competenti in questo compito, nell’arco della vita, avevano anche raggiunto maggiori successi scolastici, maggiore capacità di far fronte agli eventi negativi (resilienza), capacità di costruire relazioni più soddisfacenti, mantenere più facilmente obbiettivi a lungo termine.

Quando parlai la prima volta a dei miei amici di questo “giochino”, ricevetti 2 tipi di domande principali: un’amica mi disse che non sapeva se lei forse da piccola avesse mangiato subito il dolcetto, una coppia di amici voleva invece correre subito a fare il test alla figlioletta.

Di queste osservazioni si comprendono i motivi: quelle legate alla curiosità del conoscersi meglio e quelle legate al placare le ansie, ad esempio genitoriali.

Se alla prima domanda lascio il desiderio ed il piacere del dubbio personale ad ognuno, alla seconda rispondo citando lo stesso Mischel il quale, ad una collega che si lamentava preoccupata del figlio di 4 anni che continuava a mangiare subito il marshmallow e non attendeva mai il secondo, scrive parlando dei suoi studi e dei risultati ottenuti: "correlazioni importanti, coerenti e significative dal punto di vista statistico possono sì portare ad ampie generalizzazioni quando si parla di un’intera popolazione, ma non devono essere necessariamente considerate delle previsioni certe sul futuro di ogni singolo bambino."

E’ bene ricordare che gli studi a lungo termine di Mischel si basano infatti sulla correlazione, che ci dice quanto al verificarsi di un evento si verifica anche l’altro o meno, ma non ci dice se uno è causa dell’altro o viceversa. Facciamo un esempio: è esperienza comune che nel periodo natalizio in Italia mediamente la popolazione ingrassi e la spesa media per le luminarie cittadine aumenti. I due eventi potremmo dire che sono in correlazione, però uno non determina l’altro, ma vi sono una serie di altri fattori che influenzano i due eventi, i quali durante il periodo natalizio si palesano appunto con una correlazione, ma non con un nesso causale (Non è colpa di quanto spendono i comuni per le luminarie se noi ingrassiamo a Natale!!).

Così tra ciò che ha misurato Mischel con il suo test e le traiettorie di vita individuate dai suoi piccoli partecipanti, in merito allo sviluppo dell’autocontrollo, dobbiamo considerare tutta una serie di altri fattori come il contesto sociale, culturale, familiare: le opportunità di vita ricevute, le relazioni vissute e ad esempio anche il vivere in ambienti abbastanza sicuri relazionalmente e no, per poter affrontare anche condizioni o accadimenti che a volte possono essere  anche traumatici.

Quindi lascerei il test del marshmallow ad un ambito di sperimentazione, libero da influenze ansiogene genitoriali e da slanci di modi di giocare dei bambini che si differenziano anche in base alla persona (quanti bambini hanno comportamenti differenti con genitori, insegnanti, nonni, conoscenti...?).

Mischel, sempre nel libro “Il test del maschmallow - Padroneggiare l’autocontrollo” (2019, Carbonio Editore), evidenzia che “Un bambino incapace di aspettare nemmeno 60 secondi magari può arrivare ad attendere anche 20 minuti, se il suo modo di pensare all’oggetto della tentazione si modifica. A mio avviso questo risultato (…) indica la strada da percorrere per individuare alcune strategie che possono aumentare la nostra capacità di autocontrollo e ridurre lo stress”.

Nei prossimi articoli vorrei scrivere di queste strategie, voi ne avete usata qualcuna per non aver sottoposto subito il test del maschmallow a un bambino di vostra conoscenza?